Storia del Giardino Islamico
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Storia del Giardino Islamico
In mezzo al deserto  i giardini islamici regalano un'oasi di verde.

Nella cultura islamica, il deserto è visto come un luogo di negazione e assenza della vita, pertanto il giardino, dove la vegetazione rigogliosa e l'acqua sono fonti di vita, è la concretizzazione perfetta del paradiso descritto nel Corano; è un luogo di delizie e piaceri, dove si può raggiungere la felicità dei sensi ed ha un ruolo centrale in questa cultura.

Grandi studiosi di matematica e geometria e grandi conquistatori, gli Arabi applicano al giardino non solo le loro conoscenze della geometria, ma anche dei criteri che derivano da culture differenti come quella persiana e quella romana.

Il giardino islamico eredita da quello persiano, il gusto decorativo, la pianta regolare, il perimetro delimitato da alti muri, la spartizione dell'area in quattro parti (simbolismo che allude ai quattro elementri sacri, ovvero il fuoco, l'aria, l'acqua e la terra) attraverso canali d'acqua all'incrocio dei quali è posta una fontana.

Dall'impianto del giardino romano gli Arabi traggono invece il rigore classico. Il giardino, quasi sempre rettangolare e delimitato da alti muri coperti da vegetazione, costituisce un'area nella quale si fondono profumi e colori e manifesta l'aspirazione del paradiso maomettano che si cerca di ricreare nella vita terrena.

L'elemento di maggiore rilevanza, sempre presente in questi giardini, è l'acqua, simbolo di vita e di purezza. Essa riempie gli spazi con il suo dolce suono, presentandosi sotto diverse forme come fontane, vasche, canali e zampilli.

Le pavimentazioni sono realizzate in ciottoli colorati o con mattonelle in maioliche.

Il carattere lussureggiante del giardino è mantenuto attraverso l'impiego di piante a foglia perenni, come ad esempio il cipresso, simbolo della bellezza femminile e dell'eternità.

Tra i giardini islamici più famosi troviamo: il Pario De Los Narajos della Moschea di Cordova, i giardini del Generalife e quelli dell'Alhambra di Granada.

Il giardino dell'Alhambra

Passeggiando per i giardini dell'Alhambra si ha l'impressione di essere entrati in un mondo fatato, dove l'acqua è l'elemento centrale, vista come simbolo del paradiso.

E' un ambiente collegato ai locali interni attraverso patii, cortili, vialetti e passaggi, diventando un tutt'uno con il resto del palazzo.

Nel patio dei leoni si trova una fontana in marmo sorretta da una raggiera di leoni, il patio dei mirti invece è attraversato da una vasca a forma di canale fiancheggiata da cespugli di mirto e da altri arbusti.

Chi visitò i giardini nel periodo di massimo splendore del palazzo ne rimase talmente affascinato da lasciarne traccia scritta. Molte sono le descrizioni arrivate fino a noi, che ci permettono di comprendere che i giardini erano qualcosa di spettacolare.

La vegetazione del giardino, composta soprattutto da piante importate, era molto folta, ricca di fioriture, habitat naturale dei numerosi uccelli esotici del sultano, aiuole di cipressi, bossi e aranci creavano la tipica atmosfera orientale.

La curiosità dei viaggiatori era stimolata soprattutto dai numerosi giochi d'acqua presenti.

Ancora oggi i giardini affascinano migliaia di turisti con le loro vasche in cui l'acqua zampilla dalle fontane e le numerose aiuole in cui i bossi dalle forme geometriche delimitano i contorni.

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